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I cittadini migranti nelle Città metropolitane: online i nuovi rapporti

Sono online i nuovi Rapporti annuali sulla presenza dei migranti nelle Città metropolitane, curati dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con ANPAL Servizi S.p.A. Anche quest’anno sono disponibili nove monografie, una per ogni Città Metropolitana in cui la presenza non comunitaria risulta numericamente più rilevante: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma Capitale, Torino e Venezia; insieme a una Sintesi riepilogativa della presenza non comunitaria in tutte le 14 Aree metropolitane (incluse, quindi, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria).

La distribuzione sul territorio nazionale, al 1° gennaio 2022, dei 3.561.540 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti evidenzia come Milano e Roma accolgano oltre un quinto delle presenze (rispettivamente il 12,7% e il 9,2% del totale nazionale). Seguono Torino, Firenze, Napoli e Bologna con percentuali tra il 3% e il 2,1%, mentre nelle altre Città metropolitane si trova meno del 2% dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti.

Prosegue, se pur con andamenti difformi a livello territoriale, il processo di graduale stabilizzazione delle presenze non comunitarie. La quota di lungo soggiornanti sul totale dei regolarmente soggiornanti risulta in aumento: al 1° gennaio 2022 è pari al 65,8%, a fronte del 64,4% nel 2021. Il dato risulta massimo a Messina (75,1%), Venezia (73,1%), Genova (68%), Roma (67,1%), Napoli (67,1%) e Firenze (67%). Tra le motivazioni di rilascio dei titoli di soggiorno prevalgono i motivi familiari, seppur con una flessione rispetto all’anno precedente. Complessivamente si rileva un equilibrio di genere quasi perfetto (uomini 51%, donne 49%), che risulta confermato nella maggior parte delle Città metropolitane. Maggiore eterogeneità si rileva per quel che riguarda i minori, che rappresentano il 20,9% dei regolarmente soggiornanti al 1° gennaio 2022: la quota risulta massima e superiore al valore nazionale a Torino (22,1%), Catania (21,9%), Milano (21,7%) e Venezia (21,5%), mentre è minima a Napoli (14,1%), Reggio Calabria (14,8%), Cagliari (15,3%) e Roma (15,3%).

Nel corso del solo 2021 sono stati 109.594 i cittadini di origine non comunitaria divenuti italiani (il 7,5% in meno rispetto all’anno precedente). Sono Milano, Roma e Torino le Città metropolitane che fanno rilevare il maggior numero di acquisizioni di cittadinanza da parte di cittadini extra-UE.

Gli oltre un milione e 600mila lavoratori extra UE, rappresentano il 7,2% del totale degli occupati in Italia. Se il tasso di occupazione della popolazione non comunitaria complessivamente considerata è pari al 59,2%, l’indicatore tocca il valore massimo nelle Città metropolitane di Milano (69,4%), Bologna (64,5%), Roma (62,6%) e Firenze (62,3%), risultando invece minimo a Torino (51,5%) e Napoli (59,1%). La quota di disoccupati sulla forza lavoro non comunitaria, pari complessivamente al 12% in Italia, oscilla da un minimo del 6,1% rilevato a Bologna, a un massimo del 20,2% dell’area metropolitana di Napoli. Il tasso di inattività risulta invece minimo a Milano (24,6%) e Napoli (25,8%) e massimo a Torino (36%) e Venezia (35,4%).

La popolazione non comunitaria guida l’8,5% delle imprese registrate nel Paese al 31 dicembre 2022: 512.646, un numero in aumento dell’1% rispetto all’anno precedente. Il maggiore numero di imprese a guida non comunitaria si trova a Milano, Roma e Napoli (rispettivamente 52.385, 50.761 e 25.911), mentre la maggiore incidenza di imprese extra UE sul totale delle imprese si registra a Firenze, Genova e Milano (rispettivamente 14,2%, 14% e 13,8%).

Per maggiori informazioni consulta i Rapporti sulla presenza dei migranti nelle città metropolitane e il Quaderno di Sintesi sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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