Istruzione e Formazione in Europa: le diseguaglianze rimangono una sfida
10.11.2017 -
L'edizione 2017 della relazione di monitoraggio della Commissione europea del settore dell'istruzione e della formazione, pubblicata oggi, indica che i sistemi nazionali di istruzione stanno diventando più inclusivi ed efficaci. Tuttavia conferma anche che il progresso degli studenti nell'istruzione dipende in larga misura dal loro contesto socioeconomico.
La Commissione europea assiste gli Stati membri nel compito di far funzionare i sistemi d'istruzione; i dati raccolti nella relazione annuale di monitoraggio sono una parte importante di questo lavoro. L'ultima edizione mostra che sebbene gli Stati membri stiano compiendo progressi verso la realizzazione della maggior parte degli obiettivi chiave dell'UE per la riforma e la modernizzazione dell'istruzione, sono necessari maggiori sforzi per raggiungere l'uguaglianza nell'istruzione.
"Le disuguaglianze privano ancora troppi cittadini europei dell'opportunità di vivere appieno la loro vita”, il commento di Tibor Navracsics, Commissario per l'Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport. “Sono anche una minaccia alla coesione sociale, alla crescita economica e alla prosperità a lungo termine. Troppo spesso accade che i nostri sistemi di istruzione perpetuino le disuguaglianze - quando non si occupano delle persone provenienti da famiglie povere; quando lo status sociale dei genitori determina i risultati scolastici, perpetua la povertà e riduce le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro da una generazione all'altra. Dobbiamo fare di più per superare tali disuguaglianze. I sistemi di istruzione sono chiamati a svolgere un ruolo speciale nello sviluppo di una società più giusta, offrendo pari opportunità a tutti".
Il livello d'istruzione è importante per determinare i risultati in ambito sociale. Le persone che posseggono solo un'istruzione di base hanno quasi tre volte più probabilità di vivere in una situazione di povertà o di esclusione sociale rispetto alle persone con un livello di istruzione terziaria.
I dati più recenti della relazione di monitoraggio mostrano anche che nel 2016 solo il 44% dei giovani tra i 18 e i 24 anni che avevano concluso il ciclo di istruzione secondaria inferiore hanno trovato lavoro. Il tasso di disoccupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni è anch'esso molto più alto per coloro che posseggono solo un'istruzione di base rispetto a coloro che hanno un'istruzione terziaria (16,6% contro 5,1%). Al tempo stesso lo status socioeconomico degli alunni determina i loro risultati: ben il 33,8% degli alunni provenienti dagli ambienti socio-economici più svantaggiati ha risultati insufficienti, rispetto a solo il 7,6% dei loro coetanei più privilegiati.
Uno degli obiettivi dell'UE per il 2020 consiste nel ridurre al 15% la percentuale di alunni di 15 anni che non ottengono risultati sufficienti nelle materie di base quali la lettura, la matematica e le scienze. Tuttavia nel suo insieme, l'UE si sta di fatto allontanando da questo obiettivo, in particolare nel settore delle scienze, per il quale il numero di studenti che hanno risultati insufficienti è passato dal 16% nel 2012 al 20,6% nel 2015.
Le persone nate al di fuori dell'UE sono particolarmente vulnerabili. Questo gruppo è spesso esposto a fattori di rischio e svantaggio molteplici, come il fatto di avere genitori poveri o scarsamente qualificati, di non parlare la lingua locale a casa, di avere accesso a un numero inferiore di risorse culturali, di essere soggetti a isolamento e avere accesso a reti sociali inadeguate nel paese di immigrazione. I giovani provenienti da un contesto migratorio corrono un rischio maggiore di ottenere risultati scolastici insufficienti e di abbandonare prematuramente la scuola. Nel 2016, ben il 33,9% delle persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni che vivono nell'UE ma sono nate altrove erano scarsamente qualificate (avevano cioè un'istruzione secondaria di primo grado o inferiore), rispetto a solo il 14,8% dei loro coetanei nati nell'UE.
In tutta l'UE gli investimenti nell'istruzione si sono ripresi dalla crisi finanziaria e sono leggermente aumentati (1% su base annua in termini reali). I due terzi circa degli Stati membri hanno registrato un aumento. Quattro paesi hanno aumentato gli investimenti di più del 5%.
Il 17 novembre a Göteborg i leader dell'UE parleranno di istruzione e cultura nel quadro dell'iniziativa "Costruire insieme il nostro futuro" e la Commissione europea presenterà i dati di quest'anno riguardo all'istruzione e alla formazione. Il dibattito di Göteborg darà visibilità e sottolineerà l'importanza politica della riforma dell'istruzione.
Il 25 gennaio 2018 il Commissario Navracsics ospiterà il primo Vertice UE dell'istruzione, al quale rappresentanti ad alto livello di tutti gli Stati membri saranno invitati a discutere le modalità per rendere i sistemi di istruzione nazionali più inclusivi ed efficaci. (aise)